Testimonianze

Il Consorzio nazionale Imballaggi (Conai) è un consorzio privato che opera senza fini di lucro. A esso aderiscono circa 700.000 imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi. Venne istituito sulla base del Decreto Ronchi del 1997.

SIMONA FONTANA

Responsabile Centro Studi per L’Economia Circolare

Sito web: www.conai.org

“Oggi si è rotto il paradigma, le materie prime seconde valgono quasi di più del vergine, rPET e rHDPE, hanno subito un’inversione di tendenza, è avvenuto recentemente un disaccoppiamento tra listini del vergine e del riciclato, perchè c’è stata una domanda inaspettata del riciclato. Una delle ragioni sono le modifiche delle normative, come ad es. per il rePET per la Direttiva Sup, che prevede un contenuto minimo riciclato delle bottiglie che possono essere immesse nel mercato. Invece per il rHDPE è cresciuta la domanda da parte delle aziende utilizzatrici e dei produttori a marchio, che per caratterizzare la loro offerta di prodotto in una logica di sostenibilità ambientale, vogliono più materiale riciclato. Un trend che si è verificato maggiormente per la plastica.”

Maurizio De Costanzo, ingegnere chimico, ha lavorato per oltre 40 anni nell’industria delle materie plastiche e della produzione di film per imballaggio flessibile (PE, PP, PET, PA), ricoprendo incarichi di vertice in società quali Mobil, Montedison, Exxonmobil, Shell, Snia. Attualmente membro del Consiglio Generale di Federchimica e del Consiglio Direttivo di Plastics Europe Italia, attraverso la sua società DECOM offre consulenze strategiche nel campo delle materie plastiche.

MAURIZIO DE COSTANZO

Consulente

Sito web: www.decomsrl.it

“Portare alla conversione dal cellophane al polipropilene è stato un lavoro lungo e faticoso, nei vari settori, dalle etichette, ai film, ai nastri adesivi ecc. Ad oggi soprattutto con le macchine è un materiale che la fa da padrone. Il produttore di macchine tra i più forti al mondo, la Brückner, ha cominciato a produrre le macchine per lo stabilimento di Terni, della Moplefan. Ha cominciato con delle macchine da 1 metro di luce, che andavano a 60 metri al minuto, oggi le macchine sono di 10 metri e vanno a 600 metri al minuto tanto per dare un’ordine di grandezza, c’è stato tutto un processo evolutivo che ha portato quindi il propilene in auge fino a continuare ad essere uno dei materiali che tra costo e performance anche ad oggi è impareggiabile.”

L’azienda Thermosac Spa, nata nel 1956 a Cassino (FR, Italia), si occupava della produzione di accoppiati flessibili e di una vasta gamma di imballaggi industriali per prodotti alimentari, farmaceutici, tabacchi e militari. Era una delle poche società di Converting localizzata a sud di Roma in quegli anni.

LUDOVICO RANGONI MACHIAVELLI

Ex Direttore Commerciale e Partner

“Un esempio di accoppiato ad hoc, è stato quello adottato per i biscottini Plasmon, che necessitavano di un’ottima conservazione e protezione. Per cui fu prodotto un’accoppiato plurimo di alluminio sottile, polietilene, carta, polietilene. I pacchetti ottenuti venivano sottoposti ad un severo test di resistenza della termosaldatura, con introduzione in macchina sottovuoto di campioni,  in cui il pacchetto non doveva “scoppiare” e resistere  per un dato numero di secondi.”

Cuore e segno distintivo della Goglio Spa è il sistema (macchine-materiali): fondata nel 1850, si occupa di soluzioni complete per il confezionamento attraverso la combinazione di laminati flessibili alta barriera, valvole di degasazione, macchine di confezionamento, assistenza tecnica e servizio.

FRANCO GOGLIO

Presidente e CEO

Sito web: www.goglio.it

“In Italia il concetto del soft pack ha preso poco in alcuni settori, per un discorso di percezione del consumatore finale. Il legame con i pack tradizionali è forte. Il packaging flessibile, il nostro sistema e le nostre macchine ad oggi si adattano meglio al settore del catering, oltre che per un discorso di percezione anche per il vantaggio di avere la confezione flessibile, quando bisogna confezionare 5/10 kg di prodotto c’è un risparmio in termini di spazio, peso, trasporto, movimentazione, sicurezza.. (con la latta ci si può tagliare) pensando anche ai fast food pensare a questi aspetti diventa importante.”

La Cellografica Gerosa Spa fondata nel 1935 a Inverigo (CO, Italia) è oggi leader a livello internazionale nel settore del packaging flessibile e dell’etichettatura. Da oltre 85 anni, conduce forti investimenti tecnologici sempre all’avanguardia, progettando e sviluppando soluzioni sostenibili e innovative per un’ampia gamma di applicazioni.

Fabrizio Gerosa

Sales Manager

Sito web: www.gerosagroup.com

La Cellografica Gerosa si trova alla terza generazione, consapevole di avere alle spalle una storia importante da condividere e un’esperienza a cui attingere per affrontare le sfide di oggi e di domani.

Il futuro è il monomateriale, è ciò che può generare maggiore valore.

“La carta la vogliono solo gli italiani, senza considerare i valori negativi della carbon footprint… Negli altri stati si richiede il monomateriale generalmente plastico, le esigenze nascono nel momento dello streaming della raccolta che ne genera maggior valore. Ogni stato ha sviluppato maggiormente la raccolta di un determinato materiale, ad es. la Germania solo per il polipropilene mentre Inghilterra e Francia solo per il polietilene, a valle in Italia il consumatore preferisce toccare un film a base carta e i nostri impianti di smaltimento sono più abili a gestire la raccolta della carta. Il vero problema rimane la raccolta…“